I 7 killer della bolletta di casa: lo scaldabagno

21 Ottobre, 2019 Tag: , , , ,

Lo scaldabagno elettrico non è proprio sinonimo di efficienza e risparmio energetico… Possiamo anzi dire che, fra i sette killer del risparmio domestico, lo scaldabagno elettrico è quello più spietato!

Nei mesi scorsi abbiamo parlato degli altri elettrodomestici killer: la lavatrice, la lavastoviglie, il ferro da stiro, il forno, l’asciugacapelli.

Oggi tocca dunque allo scaldabagno elettrico.

L’acquisto di questo elettrodomestico è consigliato solo quando non è possibile installare un modello a metano di ultima generazione o allestire un impianto solare termico.

Non esistono infatti scaldabagni elettrici “a basso consumo”, anche se quelli di più recente produzione appartengono a classi energetiche più performanti. Il loro impiego, inoltre, diventa più rispettoso dell’ambiente quando combinato a un impianto solare termico o fotovoltaico.

Ciò detto, vediamo quali sono i principali accorgimenti per un migliore impiego dello scaldabagno:

  1. Le dimensioni… contano.

Il primo accorgimento da adottare è scegliere uno scaldabagno dalle dimensioni adeguate. Una  famiglia di due persone consuma all’incirca 60 litri di acqua al giorno, che diventano 180-200 quando i componenti aumentano a quattro o sei. E’ inutile acquistare uno scaldabagno elettrico con una capacità maggiore: significherebbe sprecare soldi e risorse.

  1. L’accoppiata vincente

Lo scaldabagno in grado di garantire un buon risparmio energetico è quello installato in accoppiata ad una pompa di calore, meglio se alimentata da un impianto fotovoltaico.

  1. On-demand è meglio

E’ meglio tenere lo scaldabagno sempre acceso oppure azionarlo solo in caso di bisogno?

Questa domanda non ha una risposta univoca. Dipende cioè dalle abitudini degli utenti. Ad esempio, se fanno la doccia e usano l’acqua calda solo in alcune ore del giorno (magari al mattino), è bene azionarlo solo al momento opportuno e tenerlo spento durante le lunghe ore di inutilizzo. In tal caso, lo scaldabagno elettrico potrebbe essere equipaggiato con un apposito timer così da programmarne l’accensione 3 ore prima del previsto utilizzo. Magari azionandolo quando l’elettricità costa meno!

  1. Occhio alla temperatura

Sempre nell’ottica del risparmio energetico, un altro fattore da considerare è la temperatura dell’acqua. E’ opportuno regolare in modo appropriato il termostato dello scaldabagno elettrico. Nei mesi invernali una temperatura di 55 gradi è considerata più che sufficiente, mentre i 35-40 gradi saranno adeguati per il periodo estivo. Più sono elevate le temperature e più sono alti i consumi!

  1. L’etichetta non è solo un adesivo…

Le etichette prevedono un sistema di colori, dal verde scuro per i dispositivi di massima efficienza (A), al rosso per quelli che consumano di più (G). Dal 2010 l’etichettatura energetica è stata ampliata con altre tre nuove classi che si aggiungono alla classe A: A+, A++ e A+++. La differenza tra queste è notevole: un apparecchio A++ consuma fino al 50% di energia in meno rispetto a uno A.

  1. La posizione corretta

Anche la scelta del posizionamento dello scaldabagno va considerata con attenzione. È infatti consigliabile installare lo scaldabagno il più vicino possibile agli impianti che lo devono sfruttare (la doccia, la vasca, la il lavabo…) perché così facendo si riducono le inevitabili perdite di calore dovute al passaggio dell’acqua calda nelle tubazioni.

Non è da sottovalutare l’ipotesi di installare due boiler più piccoli in alternativa ad un unico boiler più grande. Può essere d’aiuto installare un boiler abbastanza capiente in bagno e uno più piccolo in cucina. Un altro utile accorgimento può essere quello di evitare, laddove possibile, di installare lo scaldabagno vicino a una finestra.

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